Demoni rabbiosi

Ti scruto con disprezzo.
Mi osservi con ribrezzo.
Tu sei il mio inferno
come io sono il tuo.
Lo costruiamo reciprocamente
con parole perfide
violente
volgari.
Siamo demoni.
Sputiamo insulti
vomitiamo oscenità
ringhiamo brutture
offriamo dosi quotidiane di veleno
distillato appositamente
per infliggere rinnovato dolore.
Siamo creatori del male
bramiamo la sofferenza dell'altro.
Ci torturiamo,
vittime e carnefici,
insistiamo,
non molliamo.
E' una guerra all'infelicità
delirio e vortice.
Tu sei il mio inferno
come io sono il tuo.
Demoni rabbiosi
ardiamo
sbaviamo
mordiamo
sulle nostre miserie.

Antonella Colucci

 

Compagni di vita

Ti guardo compagna della mia vita.
Ho paura per te
come tu ne hai per me.
Il tempo presente è ricco di tanti ieri.
Oggi il corpo racconta di decadimento,
narra di fragilità,
accenna all’ultimo atto.
Eppure non è la fine.
La vita ci tiene qui
miracolosamente insieme.
Un po' di questo miracolo lo abbiamo fatto noi
nel tenerci a vicenda
nella buona e nella cattiva sorte.
Questa non è la cattiva sorte
è la vecchiaia.
Ci siamo arrivati giorno dopo giorno qui
a volte correndo
altre volte lottando
ma per lo più danzando.
Assaporiamo la lentezza
la delicatezza
la caducità.
Ti prendo la mano
mi prendi la mano
e stiamo.
Le carezze ardenti e il desiderio smisurato sono di ieri.
Oggi ci sono i baci farfalla,
le carezze battito,
il mano nella mano
casa e rifugio
in un piccolo gesto.
Siamo un po’ bambini e un po’ amanti.
Ci sono momenti in cui qualcosa sfugge
i ricordi si mescolano
sei e non sei
sono e non sono.
Temo e tremo.
Non ho avuto mai il coraggio di osare
tranne che con te.
Tu sei pilastro
colonna sonora
stella polare.
Sono naufrago alla deriva senza te,
un granello di polvere.
Poi mi guardi
e illumini ogni cosa.
Io rinasco
ogni volta.
Ti abbraccio, compagna della mia vita,
e così stiamo per sempre
oltre la paura
oltre il domani.

Antonella Colucci

Io sono Primavera

Curvo, chiuso, solo.
Corteccia grigia, opaca, fredda.
Tutto è fermo.
Tutto è desolazione.
Inverno.
Poi un formicolio
piccolo, quasi impercettibile.
Poi un’energia
strisciante, lentissimamente prorompente.
Poi un dolore
lancinante, insistente, presente.
Una spinta ad aprirmi,
a cedere all’esterno,
verso l’alto,
verso l’altro.
È un dolore che mi trasforma
È un dolore che mi forma.
Sono io e non sono più io.
Sono luce aria colori.
Sono petali profumi incanto.
Sono bellezza
movimento
vita.
Io sono primavera.

Antonella Colucci

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LIBERA TI AMO

Libera ti amo
tu che sei libero
e vuoi libertà per me.

Libera ti amo
legati indissolubilmente
con un laccio di risate e lacrime,
silenzi e parole,
distrazioni e attenzioni,
cura.

Libera ti amo
ogni volta che discutiamo,
esseri pensanti alla pari,
non per schiacciare
ma per capire.

Libera ti amo
quando comprendi i miei silenzi,
ascolti il mio canto
aggiungendo ritmo e melodia.

Libera ti amo
tu che sei mistero,
tanti paradossi e ossimori inediti.

Libera ti amo
perché sai di me voli e cadute,
slanci e bassezze,
e scegli di camminarmi accanto
raccontandomi le tue fragilità.

Libera ti amo
e ti scelgo giorno dopo giorno
con tenacia e passione
per assaporare pienamente la vita.

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FILAMENTO NEL FIRMAMENTO

E non lo so perché
a noi è dato di sognarti e poi perderti.
Non lo so perché
ci è dato di sentirti in grembo
palpitante fremito
ascoltare commossi prepotente il tuo battito
galoppante
e galoppare verso la vita,
verso di noi,
crescere come rotondità
e poi assistere alla frana della disfatta,
distruzione di rosso sovrano
e vischiosa melma di muchi
che racchiude te,
un puntino,
una miniatura perfetta.

Non lo so perché
a me, a noi, è toccato il destino di dire
“Nemmeno questa volta la vita è”,
di assistere alla morte
di vivere il corpo che non genera
di fallire il volo
e ricadere sulla dura terra
dopo aver intessuto ali di sogno.

Amore senza nome e senza volto,
senza sesso e senza vita,
per il mondo tu sei un volo non volo,
ma per mamma e papà
tu sei stato, sei e sarai
presenza,
nel futuro che avrà i tuoi occhi
nella luce del sole di oggi
nel nostro stesso respiro.

Non lo so perché
a noi tessitori instancabili
ci è dato di vivere la tua morte.
Forse per intrecciare più saldamente
i fili di senso della vita.
E lì tu ci sarai
sempre e per sempre
filamento scintillante
a sconfiggere il buio che avanza
a essere barlume per chi verrà.

Quanto dura provvisorio

Quanto dura provvisorio?
La mamma pensava di saperlo.
Non c’è giustizia in quello che ci è successo.

Tutti dicono che sono una guerriera
che non mi arrendo.
A volte sono stanca, ma lotto
per te e per me,
per l’abbraccio anelato,
fosse anche un abbraccio provvisorio, momentaneo,
ma comunque braccia respiro occhi
calore.
Niente di tutto questo c’è stato concesso.

Quanto dura provvisorio?
Infinite volte sono andata in dietro con la mente
ho rifatto i passi e provavo a cambiare qualcosa delle mie scelte.
La certezza è che non avrei più rinunciato a te,
non mi sarei fidata di quel provvisorio
non ti avrei lasciata andare.

Volevo fare le cose per bene.
Mi sentivo fragile
e credevo che la nostra corazza fosse la legge.
Ma la legge ha crepe
che lasciano indifesi.

Quanto dura provvisorio?
Non ti vedo da anni.
Volevo vederti crescere.
Volevo sostenere i tuoi primi passi nel mondo.
Volevo udire le tue prime parole.
Volevo insegnarti a distinguere i colori, i nomi dei fiori, le prime lettere.
Volevo litigare con te perché non volevi andare a letto in orario,
volevo accompagnarti al tuo primo film al cinema,
volevo dormire al mare sotto un cielo di stelle.
Volevo mangiare con te un gelato,
tenerti tra le braccia
e basta.

Ma quando dura provvisorio?
Amore è un’eternità che cerco di raggiungerti.
Il muro dell’ingiustizia è ancora alto.
Io sono qui dietro quel muro.
Sono sempre stata qui
per te e per me.

Provvisorio prima o poi tornerà a significare “per poco”
e io e te staremo abbracciati per sempre,
non solo nei miei sogni,
anche nella vita reale.
E giustizia sarà.

Antonella Colucci

Concorso letterario "Una poesia per Ginevra" anno 2021

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